Sono in tre, ma il progetto è uno.
E se lo sentono addosso, sulla pelle.
La pelle, ultimo nostro baluardo verso il mondo esterno, terra di confine dove tutto è permesso.
Permettere a qualcosa di starci sulla pelle non è facile, è una scelta, la scelta di avventurarci fino agli estremi confini del nostro corpo e lì giocare a unire noi stessi al mondo esterno, in una combinazione di stimoli, nella mescolanza dei sensi.
Non avevo mai considerato il mondo dell'intimo, mai mi ci ero soffermata. Forse perché è il mondo del nascosto, degli accessori celati, di quel che c'è ma non è mostrato, di quel che si trova solo se ricercato.
Spesso pensiamo di essere semplici, sobri, ma il mondo, come sempre, ci aspetta al varco, e ci fa riscoprire solo superficiali.
E' così che è capitato, un giorno, per caso. E' in questo modo che un progetto unico, ma di anima triplice, mi ha catturato, avvolto e ridestato. Mi ha cambiato.
Camminavo lungo un'importante via di Cagliari, una di quelle vie percorse e ripercorse, ogni passo già segnato, un incedere abitudinario, una strada dal gusto ormai dato per scontato.
Camminavo un passo dopo l'altro, la mente al vento, i pensieri al largo.
Ma ad un certo punto, tra un passo e l'altro, nel bel mezzo di quel procedere consuetudinario, avviene uno scarto.
Rallento, mi fermo, non capisco, quasi mi acquatto.
Ferma, i sensi ormai in allerta, richiamo la mente, recupero la coscienza vagabonda.
Respiro un'altra boccata di quella nuova aria, la analizzo, e comprendo.
La vetrina alla mia sinistra, è lì il cambiamento.
La vetrina di Verona, negozio storico quasi quanto la via che lo ospita, negozio di antica memoria, nome ben radicato nell'immaginario collettivo cagliaritano, dove occupa un ruolo storico preciso e saldo: Verona, grande luogo dell'intimo, per più di un lustro punto di riferimento per l'acquisto di quegli articoli basilari per il buon scorrere del menage familiare, dal pigiama alla camiceria, dal più schiettamente indumento intimo alla più vasta e sconfinata merceria. Quando comprare anche solo una di queste merci era un investimento che poteva mirare anche al decennio.
Questo era Verona per Cagliari, un importante negozio dal gusto ormai dato per scontato.
Ma, ora, quello scarto, io che mi fermo, scruto, osservo, soppeso.
Il mutamento lo sento, lo percepisco, lo avverto. Arriva a ondate dalla vetrina illuminata, seguendo il ritmo dei miei respiri profondi e attenti.
E' una sensazione, potente, ma delicatamente impregnante, elegantemente avvolgente.
Anche qui fuori, sul marciapiede, il davanti del mio corpo si è tinto di nuovi toni: la mia schiena continua a dar risposta al grigio della strada, ma davanti, davanti la mia pelle ha riscoperto sfumature più calde, gradazioni più benefiche; si è illuminata di un candore sfumato, dai toni caldi e ambrati del legno ai bagliori leggeri e quasi sbarazzini di un giovane oro, toni bianchi e neri che si abbracciano, un ombroso verde di felci e orchidee che diventa gaio sotto i riflessi di limpide gocce di cristallo.
E' stato questo incanto che mi ha avviluppato e mi ha guidato alla riscoperta di Verona.
Anzi, l'insegna dice: Carla Verona.
Un Verona dal sapore completamente nuovo.
Sono in tre, ma il progetto è uno. E se lo sentono addosso, sulla pelle.
Permettere a qualcosa di starci sulla pelle non è semplice, non è banale, è una scelta, una scelta da curare, è la decisione di dare il permesso a un qualcosa di violare il nostro confine più estremo e incustodito, più delicato e timido. Accompagnarci in questa scelta, soppesarci, misurarci, ascoltarci e consigliarci è il compito di Carla, Alessandra e Andrea, i tre protagonisti del progetto Verona.
Carla, il cui nome è riportato sopra Verona nell'insegna, è una piccola brunetta tutto pepe e fermezza. Sotto i grandi e immancabili occhiali da sole è sempre pronto a spuntare un minuto ma deciso sorriso da piccola monella cresciuta, il sorriso di chi sa tenere, continuando a divertirsi, la situazione in pugno. Sempre elegante, ma di quell'eleganza comoda da portare, scarpe basse, tasche in cui infilare le mani per pensare.
Lei è il perno centrale del progetto, colei che lo ha voluto e ha fatto in modo di crearlo. Colei che ha vissuto Verona per anni e anni, lo ha visto pian piano cominciare a mutare sotto le spinte del tempo, e ha capito che il cambiamento sarebbe stato fondamentale. Carla è l'ideatrice del ponte tra il vecchio negozio e il nuovo, colei che ha saputo salvaguardare l'eccellenza del vecchio punto vendita portandola, con i suoi passi decisi e il piccolo sorriso di chi la sa lunga, al servizio delle esigenze del mondo moderno.
Così Carla, per far crescere questo suo progetto, ha scelto Andrea e Alessandra.
Li ha scelti attentamente, con passione e criterio, e nel selezionarli ha fatto una mossa vincente: ha puntato su persone con esperienze completamente diverse.
Ha creato una squadra.
Il primo ad arrivare è stato Andrea.
E' arrivato dal mare, portandosi dietro un'esperienza, nel campo dell'abbigliamento, che attraversava tutto lo stivale. Ma qui, a Cagliari, si è fermato, sentendola subito propria, forse anche perché, dentro Verona, ha ritrovato, e creato, un ambiente cordiale, intimo, caldo.
Andrea, almeno un metro e novanta di altezza, un fisico saldo e imponente, senza conoscerlo si potrebbe fare fatica a immaginarlo in un mondo di indumenti più piccoli, quasi, della sua mano. E invece basta un attimo di conoscenza per considerarlo perfetto per questo ambiente, sarà il suo modo elegante di muoversi, la maestria e la leggerezza con cui maneggia, ripiega, dispone i capi, il suo modo garbato di parlare, di ascoltare, di considerarti, la sua sensibilità d'animo che non riesce a celare. E in più Andrea porta allegria, rende l'aria leggera con la sua sola presenza, unisce il garbo all'ironia in una maniera che ha qualcosa del miracoloso.
Dopo Andrea è arrivata Alessandra a completare la squadra.
Alessandra mi ricorda un giovane spiritello, piccola, graziosa, delicata; fa finta di essere timida, ma attraverso il sorriso dolce e allegro che mostra spesso scopri un animo curioso, deciso e determinato. Ha un modo di vestire semplice, accurato e aggraziato, saranno stati i tanti anni da assistente per una stilista a insegnarle questa eleganza delicata, oppure, probabilmente, così lo è sempre stata.
Eccoli, Carla, Andrea e Alessandra, tre persone diverse, ma unite in un unico progetto. Tre esperienze che collaborano per un solo disegno. Sembrano quasi una famiglia, me li immagino lì, di sera, a negozio chiuso, seduti al tavolo (Andrea che sovrasta e fa ombra sopra le minute Carla e Alessandra), tutti e tre insieme a confrontarsi, a pensare, a inventare, a creare.
MA FORSE È PROPRIO VERONA A EMANARE QUESTA ATMOSFERA DI ACCOGLIENTE INTIMITÀ.
Mentre ti aggiri tra i toni caldi del legno di vecchi e romantici armadi, che cullano al loro interno la spensierata freschezza di leggeri abiti bianchi, di trasparenze di tessuti e pizzi chiari; mentre senti già sulla pelle delle gambe, fin sulle cosce, il tocco leggero e gratificante di quelle calze, adagiate su una gruccia dorata che sembra sospesa nell'aria in attesa del tuo sguardo; mentre, davanti ai costumi, ai teli, alle borse da mare ti sembra quasi di percepire sul corpo il calore del sole e sulle labbra la salinità dell'acqua, e poco più in là, tra i vestiti da spiaggia, senti spirare contro di te le sferzate di un vento salmastro portatore di sabbia;
mentre ti addentri in tutto questo ti senti al sicuro, protetto.
Ti senti libero di immergerti in questo mondo di confine troppo spesso poco ascoltato, dove protagonista è la tua pelle, con il suo universo di sfumature sensoriali dimenticate, che qui può disseppellire.
Qui ognuno, uomo o donna, giovane o meno, è aiutato a riscoprire parti di se stesso, a curarle, ad apprezzarle, a rendersele care.
E' questo il progetto di Carla, Andrea e Alessandra.
Questo è Verona, oggi.
E se proprio vi serve provare per credere, e volete una prova ancora più potente, potete provare a passeggiare per l'aeroporto, quel luogo convulso di ansietà, smania, agitazione e febbrile impazienza.
Provate e lasciatevi sorprendere dalla piccola boutique da poco aperta anche nel cuore di questo luogo.
Lasciatevi sorprendere dalle sensazioni che vi regalano gli articoli esposti.
Lasciatevi sorprendere dalla gentilezza, dall'accuratezza dei consigli di Carla, Andrea e Alessandra.
Lasciatevi sorprendere da Verona.
Ormai lo sapete.
Sono in tre, ma il progetto è uno.